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Luglio 21, 2021

Un percorso sui basoli secolari dell’Appia Antica, la strada romana che collegava la ROMA al porto di Brindisi e da lì verso la Grecia e l’Oriente. Clicca sull' immagine per continuare a leggere..

L’Appia Antica, chiamata dai romani Regina Viarum è senza dubbio una delle opere di ingegneria più ardite e ambiziose dell’antico Impero, sia in relazione all’epoca in cui furono posate le prime pietre, sia per l’impatto che essa ricoprì per l’economia, la cultura e la società romana.

Il percorso dell’Appia, costruita a partire dal 300 a.C., fu luogo di grandi battaglie, che videro i Romani guerreggiare contro le popolazioni del Centro Italia, su tutti i Sanniti. Quest’asse stradale divenne una risorsa fondamentale anche grazie al fiorire di importanti traffici commerciali lungo il percorso. Numerose attività produttive sorsero sull’Appia: taverne, punti di ristoro, ospizi per le soste notturne, Mansio per garantire agli ufficiali un’adeguata ospitalità e riposo, stazioni di cambio – le Mutationes – per consentire il ricambio degli animali da traino.

Oggi l’Appia, dopo secoli di passaggi illustri, non è più percorribile integralmente; restano però alcuni tratti in cui si può letteralmente camminare sul passato.

MONTI AURUNCI  

 Senz’altro una delle aree ad elevato interesse naturalistico ed ambientale, sono i Monti Aurunci situati nella parte meridionale delle province di Latina e Frosinone.
Una felicissima posizione geografica, in particolare con il gruppo del Monte Petrella, che dal mare si sviluppa verso est sino alla sella di Ausonia. Tutto questo crea una cornice di incomparabile bellezza sul golfo di Gaeta, a nord verso la valle del Liri e a sud verso la fertilissima pianura del Garigliano.

Il paesaggio invece mostra una morfologia molto più aspra e accidentata e si contraddistingue per la notevole vicinanza al mare. Nel Parco dei Monti Aurunci, infatti, possiamo ammirare selvaggi valloni sul litorale di Formia, Scauri e Gaeta. Verso Sperlonga, assieme ai contigui Ausoni, si gettano, con una lunga propaggine, in un mare cristallino con scogliere stupende e piccoli promontori. La parte occidentale del massiccio vede i singoli rilievi elevarsi a quote che superano abbondantemente i 1000 m. come la vetta del Monte Petrella che si alza sino a 1533 m, il Monte Sant’Angelo (m 1404), il Monte Ruazzo (m 1314) e l’impressionante parete del Monte Fàmmera (m 1168).

 

La Flora e il Clima dei Monti Aurunci

L’aspetto di questo massiccio montuoso, visto da sud e dal mare è quello di grosse montagne dalle cime accidentate e dalle groppe quasi del tutto brulle. Laddove non è presente la macchia mediterranea tipica, troviamo ancora: la vite, l’olivo (con vaste coltivazioni specie nell’area di Itri), il carrubo, lentisco, oleastro, mirto, ginepro ecc. Infine sono presenti formazioni arboree miste di leccio, di roverella e del cerro e più in alto ancora le faggete di Spigno, Esperia, Formia e Itri.

Quindi, nelle aree vallive ed esposte a nord e ad est l’aspetto è di una regione dal clima non più mediterraneo ma già continentale con elevata umidità e copiosissime precipitazioni. Notevoli sono le aree a pascolo specie, sugli altopiani e nelle valli. Ancora oggi viene praticata una pastorizia dagli aspetti medievali.

La Fauna e la Geologia dei Monti Aurunci

I Monti Aurunci, è risaputo, restano il paradiso dei botanici con molte specie di orchidee, alcune rare. Possiamo trovare, inoltre, molte erbe officinali che in zona, ancora oggi, sono usate per pozioni e decotti dalle anziane dei centri collinari.